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Il tetto ventilato per migliorare l’efficienza energetica della casa

dettaglio

Ciò che fa la differenza, e non poca, tra un tetto non ventilato e un tetto ventilato è il passaggio dell’aria. Come?

Il tetto ventilato predispone un’intercapedine d’aria sottotegola che permette un passaggio costante dell’aria, per l’effetto camino che si crea, aiutando a mantenere asciutto e performante il tetto e tutti gli elementi di cui si compone (strato isolante, guaine, tegole…). Questo flusso d’aria nel tetto non ventilato non avviene in quanto non è previsto spazio per un passaggio costante d’aria tra l’ultimo strato del tetto ed il manto di copertura.

Il flusso della ventilazione dipende dalla pendenza della falda, sarà migliore quanto più questa è inclinata, perché l’aria che entra dalla linea di gronda, scaldandosi, diventa più leggera e tende a salire verso l’alto, spinta dall’apertura inferiore a quella superiore. Per questo nei tetti piano non ci può essere una ventilazione naturale. Le aperture di ingresso e uscita dell’aria si trovano rispettivamente lungo la linea di gronda, in basso, e lungo la linea di colmo, in alto. Il tetto ventilato, attraverso la camera di ventilazione, esalta le caratteristiche dell’isolamento termico, mantenendo intatte le sue caratteristiche nel tempo, apportando un ulteriore risparmio energetico. Per un buon funzionamento ed un flusso continuo è necessario che l’area di ingresso sia pari a quella di uscita, per questo sono importanti le dimensioni delle sezioni di presa e di rilascio dell’aria.

Il tetto ventilato è un sistema che si può avere in tutte le tipologie edilizie, di tetti a falda, anche per tetti in legno ventilati. Nel caso di strutture in legno il passaggio dell’aria contribuirà a mantenere asciutta e salubre sia la struttura in legno che gli elementi presenti, evitando il rischio di marcescenze o punti di umidità.

Nei casi in cui la ventilazione è assente, o scarsa, le conseguenze si presentano con il tempo. Il vapore, non potendo uscire, si accumula e crea condensa che porta il manifestarsi marcescenze che si possono diffondere presto su tutta la copertura. Anche la nascita di vegetazione indesiderata sul tetto, e le rotture causate dal gelo, sono conseguenze negative di un tetto non ventilato.

I riferimenti per la corretta esecuzione di un tetto si ritrovano sulla NORMA UNI 9460 che riporta quanto segue: “Nel caso di coperture con pendenze medie in Italia (30-35%) e lunghezze di falda non superiori ai 7 ml, al fine di ottenere un corretto flusso di aria in una camera di ventilazione a sezione costante, sono necessari almeno 550 cmq netti per metro lineare di falda.”

In merito alla sezione indicata pari a 550 cm²/m , si intende come valore minimo che in molti sistemi viene superato. Come nel caso del sistema AERtetto , dove la ventilazione varia dai 600 cm²/m  ai 650 cm²/m .

Ogni tetto presenta una certa scelta tecnologica a seconda del diverso tipo di funzionamento della copertura. Tali strati funzionali riportano a quattro tipi di coperture: copertura non isolata non ventilata, copertura non isolata ventilata, copertura isolata non ventilata (tetto caldo), copertura isolata ventilata (tetto freddo). La scelta delle varie tipologie dipende dalla destinazione d’uso, quando parliamo di abitazioni o luoghi di lavoro è importante optare per la soluzione migliore: un tetto isolato e ventilato.