Posa in opera di tegole e coppi

L’attenzione inizia dal principio

La realizzazione di un tetto, o meglio la posa di un manto, in tegole o coppi, è un’operazione piuttosto semplice che tuttavia, spesso, è svolta con superficialità, trascurando i più elementari principi di buona tecnica.
La Norma UNI 9460:2008 definisce le regole da rispettare per la corretta posa in opera delle tegole stabilendo i requisiti minimi, le metodologie di posa e addirittura le pratiche da evitare.

I requisiti fondamentali per la posa in opera del manto a regola d’arte sono i seguenti:

  • il fissaggio a secco degli elementi
  • la fondamentale presenza di una microventilazione.

Fissaggio a secco degli elementi

Già nel capitolo 8.3.2.2 si afferma esplicitamente:

“Le tegole non devono mai essere fissate con malta”

La posa del manto mediante allettamento su malta o adesivi diversi, è assolutamente da evitare poiché, oltre ad impedire la circolazione dell’aria crea zone in cui l’acqua, di eventuale infiltrazione o da assorbimento dall’umidità presente nell’aria, viene trattenuta, comportando la rottura per gelività del manto oltre al suo deterioramento.
L’acqua presenta una particolare proprietà quando passa dallo stato liquido a quello solido.
Generalmente se prendiamo una sostanza solida e la facciamo fondere, il liquido ottenuto ha un volume maggiore rispetto a quello solido, con l’acqua invece avviene il contrario.
L’acqua solidificando aumenta di volume; ciò è dovuto al fatto che le molecole si dispongono stabilmente in un reticolo di cristalli secondo una struttura geometrica esagonale, nella quale gli spazi fra molecola e molecola sono maggiori di circa l’8,7% rispetto a quelli tra le molecole allo stato liquido.
L’acqua assorbita dal manto di copertura e dalle malte o adesivi, in forma liquida, durante il periodo invernale, in cui le temperature sono più rigide, passa dallo stato liquido allo stato solido (ghiaccio), aumentando di volume e comportando quindi la rottura dell’elemento di copertura e il distacco del punto di fissaggio tra l’elemento e il collante.

Ovviamente il risultato di questo deterioramento oltre a comportare una riduzione della durata operativa della copertura crea il rischio di caduta degli elementi rotti dal tetto a terra.

 

Rottura degli elementi di laterizio (posa ad umido)
Rottura degli elementi di laterizio (posa ad umido)
Assenza dei coppi per distacco (posa ad umido)
Assenza dei coppi per distacco (posa ad umido)
Manto inamovibile e non recuperabile (posa ad umido)
Manto inamovibile e non recuperabile (posa ad umido)
Elementi pericolanti per inefficienza del fissaggio
Elementi pericolanti per inefficienza del fissaggio
Rischio di caduta degli elementi distaccati
Rischio di caduta degli elementi distaccati
Rottura dei coppi per gelività
Rottura dei coppi per gelività

 

Anche per quanto riguarda il fissaggio ad umido, le aziende produttrici di tegole, nei certificati di garanzia tengono a precisare che la validità della stessa è correlata al non utilizzo di malte o adesivi diversi.

“[...] La garanzia è subordinata ad una corretta posa in opera del prodotto [...]. Si raccomanda di non utilizzare malte o adesivi diversi in quanto impediscono la prevista e necessaria aerazione del manto di copertura [...]”
“[...] Non sono coperti dalla presente garanzia difetti [...] dovuti a: [...] posa con malta [...]”

La microventilazione

Altro requisito fondamentale per una corretta progettazione ed esecuzione è la presenza di una microventilazione sottotegola.

Al punto 9.3.2 la Norma afferma:

“[...] in qualsiasi tipo di copertura (isolata o no, ventilata o no) è necessario prevedere sempre una microventilazione sottotegola per evitare persistenza di umidità, formazioni di condensazioni e per prolungare la durata del sistema. Tale microventilazione è attuata posizionando le tegole su listellature di suppurto [...]. È necessario verificare che la linea di gronda e il colmo siano liberi da ostacoli che possano impedire la libera circolazione dell’aria.”

L’obiettivo della microventilazione viaggia parallelo a quello del fissaggio a secco.

Anche una posa a secco, quindi senza l’utilizzo di malte o schiume, ma ottenuta semplicemente attraverso l’appoggio delle tegole sul manto impermeabilizzante è da considerarsi errata.

La motivazione è la stessa di quella descritta per il fissaggio “ad umido” in quanto la mancanza di un’intercapedine d’aria minima, come la microventilazione, comporta la rottura e il deterioramento del manto per gelività.
Oltre all’assenza di una sezione d’aria minima, che non consente il minimo passaggio d’aria necessario all’asciugatura quindi allo smaltimento dell’umidità dagli elementi, si verifica a causa di un altro difetto, ovvero il contatto diretto tra tutta la superficie dell’elemento (lato interno del coppo o della tegola) e la superficie d’appoggio (membrana impermeabilizzante).
In quel punto l’acqua assorbita fatica ad evaporare comportando, oltre alla proliferazione di muschi, anche il fenomeno di rottura causata dal gelo.

 

Effetto della sfogliatura per la mancanza di microventilazione sottocoppo
Effetto della sfogliatura per la mancanza di microventilazione sottocoppo
Coppi scivolati per posa ad umido senza microventilazione
Coppi scivolati per posa ad umido senza microventilazione
Deterioramento del manto a causa di assenza di microventilazione
Deterioramento del manto a causa di assenza di microventilazione
Crescita di vegetazione per presenza di umidità nel laterizio
Crescita di vegetazione per presenza di umidità nel laterizio
Proliferazione di muffe sul manto di copertura
Proliferazione di muffe sul manto di copertura
Differenza cromia coppi per assenza microventilazione
Differenza cromia coppi per assenza microventilazione